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Nella notte tra il 21 ed il 22 gennaio 1944 il grande convoglio navale alleato partito dal porto di Napoli giungeva al largo della costa laziale tra Anzio e Nettuno, alle prime ore del 22 gennaio i reparti inglesi ed americani sbarcavano in 3 diversi punti, a Nettuno nel tratto compreso tra la foce del torrente Astura e le ultime propaggini dell’abitato nella zona definita X Ray Beach gli americani della 3.a div. di fanteria, nel porto di Anzio gruppi di commandos e rangers, a nord di Anzio gli inglesi della 1.a Div. nella zona definita Peter Beach. In un articolo alla pagina http://www.hw6.it/images/hw6_pdf/OperazioneShingle.pdf trovate un racconto dettagliato dell’operazione Shingle, un operazione fortemente voluta da Churchill ma non dagli alleati americani che consideravano il teatro operativo italiano secondario. Proprio dalle ambiguità nate circa i reali obiettivi dell’operazione e dalle limitate risorse in mezzi e uomini ad esso riservate nonché dalla incerta condotta del gen. Lucas del primo mese di battaglia, derivò un sostanziale insuccesso della stessa. Infatti le armate germaniche non furono spezzate e la linea Gustav fu rotta solo a maggio nei Monti Lepini ad opera dei reparti francesi del gen Juin. Gli Alleati rimasero incapsulati nella testa di sbarco dopo aver sopportato gravi perdite, non furono ricacciati a mare solo per la superiorità di fuoco dell’artiglieria navale e dalla indiscussa superiorità aerea. Nella capitale occupata dai nazisti dal settembre 1943 si respirava a fine gennaio 1944 un entusiasmo mal riposto, giungeva l’eco lontana delle cannonate e le forze della resistenza si preparavano all’insurrezione generale tuttavia gli Aleati non arrivavano mai e l’agente segreto dell’OSS Peter Tompkins dovette comunicare la brutta notizia ai capi del CLN romano. Mentre a Roma si soffriva e la polizia nazista di Kappler coadiuvata dalla banda Koch incarcerava , torturava i patrioti sino al fatidico eccidio delle Fosse Ardeatine, nella testa di ponte si moriva e si combatteva. Già durante la guerra lo sbarco di Anzio Nettuno anzi di Nettunia, poiché i due comuni erano stati accorpati nel 1939, tutta la gente comune che ovviamente ignorava il nome in codice Shingle, parlando dell’imminente arrivo degli Alleati si riferiva allo “sbarco di Anzio”. Questo è un fatto accalorato riportato da tutte le fonti bibliografiche, al termine della guerra i due comuni si separarono tornando ad essere Anzio e Nettuno, ed una famosa canzone con la storia mitica della bambina “Angelita” contribuì a rafforzare questo luogo comune. La città di Anzio fu in gran parte distrutta dai bombardamenti poiché l’ arteria giugulare degli Alleati era il porto di Anzio mentre Nettuno, pur avendo ospitato il comando alleato nella prima fase dell’operazione nella cantina dell’osteria dell’artigliere fu colpita in modo minore. Dopo la guerra, forte di questo assioma, la città di Anzio divenne il luogo privilegiato delle celebrazioni e sorse un museo dello sbarco, a tutt’oggi l’unico esistente in pianta stabile., L’associazione Highway Six nata nel 2004 ha fatto della celebrazione dell’operazione Shingle così come di tutte le operazioni avvenute nel territorio laziale ed in particolare nella zona dei Castelli (Op.Buffalo) un suo punto di forza volendo con ciò celebrare la memoria di questi eventi nel suo territorio per così dire di “vocazione. Sino al 2011 le nostre celebrazioni si sono svolte, seppur con varie difficoltà e incomprensioni, coinvolgendo tutte e due le cittadine costiere. Purtroppo nella ricorrenza del 70.o anniversario si sono acuite certe forme di campanilismo assolutamente ingiustificate sia dal punto di vista storico, divisioni anche alimentate anche da motivi elettoralistici e di calcoli politici miopi che hanno portato a celebrare questa ricorrenza importante in modo separato al punto che le autorità politiche e gli ambasciatori alleati a fare la spola il 22 gennaio scorso, tra Nettuno e Anzio per non far torto a nessuno. La cosa ha generato non poco imbarazzo ed è stata riportata da autorevoli quotidiani esteri come il New York Times in un articolo del 21 gennaio (qui riprodotto in originale) come una forma di contesa tra due comuni italiani. Queste incomprensioni non sono sfuggite anche ad altri quotidiani italiani come Repubblica. Quando parliamo dell’operazione Overlord diciamo lo sbarco in Normandia e non certo lo sbarco di Arromanche oppure Ohuistream oppure Corseulles (Juno Beach) oppure Saint Laurent sur Mer (Omaha Beach), tant’è che tutti i paesi della costa normanna si apprestano alla grandiosa celebrazione del 70.o di Overlord in modo assolutamente coordinato e si registra il tutto pieno di strutture, ostelli, campeggi e persino posti tenda nei giardini della case private. Da noi una cosa del genere sembra impossibile, nel paese dei Guelfi e Ghibellini, ecco due diverse manifestazioni a pochi chilometri di distanza a contendersi visitatori e quei pochi fondi disponibili, ognuno destinato a rimanere confinato nell’orticello del proprio “particulare” come asseriva Machiavelli qualche secolo fa, una cosa incomprensibile per il grande pubblico che desta in tutti noi appassionati di storia un grande sconcerto, un occasione mancata su cui tutti noi dobbiamo riflettere.

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