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Operazione Shingle – Lo sbarco Alleato ad Anzio e Nettuno.  
22 gennaio 1944
Dispensa storica  a cura di Luciano Alberghini Maltoni – copyright
Associazione HihghWay Six Club, Via Casilina km 25,500 n° 29/31 - 00030 Colonna (RM)  
 
Premesse - Dopo lo sbarco Alleato nel Golfo di Salerno l’8 settembre 1943 le truppe Alleate composte da contingenti Americani, Inglesi e dei paesi del Commonwealth, Francia Libera e Polonia erano state fermate nella loro risalita verso il Nord, già dal dicembre 1943, dalla formidabile linea difensiva tedesca chiamata Gustav. Questa linea difensiva, organizzata dal Feldmaresciallo tedesco Albert Kesserling, andava dal Mar Tirreno al Mar Adriatico passando per il caposaldo strategico di Cassino dominato dalla sua Abbazia. Gli eserciti Alleati potentemente meccanizzati e corazzati non potevano avanzare lungo la via Casilina a causa del blocco tedesco nell’angusta Valle del Liri.  Mentre gli americani ritenevano il fronte italiano secondario in attesa di sferrare il colpo definitivo con uno sbarco in Francia (come poi avvenne il 6 giugno 1944 in Normandia), il Primo Ministro britannico W.Churchill intendeva conquistare rapidamente l’Italia per dirigersi in Germania attraverso il Brennero e l’Austria verso i paesi balcanici. Egli era consapevole che l’avanzata sovietica nell’Est avrebbe posto sotto il dominio dei Russi tutti quei paesi come la Polonia, l’Ungheria, la Bulgaria la Romania (poi effettivamente entrati nella sfera d’influenza dell’URSS) e voleva impedirlo. Da questa differente visione strategica nasceva il dissidio tra gli Alleati che avrebbe poi condizionato tutte le vicende della Campagna d’Italia. Churchill riuscì comunque faticosamente a convincere il Presidente americano Roosvelt ed i comandi americani, fu quindi progettato lo sbarco Alleato di Anzio e Nettuno (Operazione Shingle) che doveva aggirare le forze tedesche a Cassino chiudendole in una tenaglia tra i Colli Albani ed il mare.      

   
 

Operazione Shingle –  Per conseguire un successo sicuro erano necessarie almeno 4 Divisioni Alleate ma i mezzi da sbarco disponibili erano sufficienti solo per 2 divisioni pertanto i Comandi alleati elaborarono un piano minimalista che prevedeva dopo lo sbarco, il consolidamento della testa di sbarco e la conquista della direttrice Anzio Albano (l’attuale via Nettunense) sino alla via Casilina per tagliare la strada alle truppe tedesche. Tutto ciò doveva avvenire mentre sul fronte di Cassino veniva lanciata un’offensiva per attirarvi le riserve tedesche.  Il Comando di tutte le Forze Alleate in Italia (VIII.a Armata e V.a Armata) era stato assegnato al generale inglese Harold Alexander, mentre il Comando della V.a Armata (quella che combatteva sul fronte tirrenico) apparteneva al generale americano Mark Clark. Per lo sbarco di Anzio fu creato il VI Corpo d’Armata che comprendeva la 3.a divisione di fanteria USA comandata dal gen. Lucian Truscott, la 1.a divisione di fanteria inglese comandata dal gen. Penney, il 504.o Regg.to paracadutisti americani, la 2.a Brigata speciale inglese composta da Commandos ed unità di Rangers americani, le truppe erano affiancate da numerosi reggimenti di carri armati, semoventi, artiglieria da campagna e controcarro. A capo del VI Corpo d’Armata fu posto il gen. americano J.P.Lucas, questa scelta, fu uno tra più clamorosi errori compiuti dal gen, Clark durante la Campagna Italiana, determinò a detta di molti storici militari, l’insuccesso dell’operazione Shingle, vedremo in seguito perché. L’imponente flotta alleata composta da 253 navi di tutti i tipi, dagli incrociatori, ai cacciatorpediniere, alle navi da carico, ai mezzi da sbarco pesanti LST, al naviglio leggero,     lasciò il porto di Napoli nel pomeriggio del 21 e giunse al largo di Anzio e Nettuno dopo la mezzanotte, lo sbarco vero e proprio iniziò alle ore 2 del giorno 22 gennaio in condizioni meteo perfette, mare calmo e assenza di nubi. Le due teste di sbarco erano X Ray  per gli americani – spiagge tra Nettuno e Torre Astura – e Peter Beach per gli inglesi a nord di Anzio mentre unità di Commandos e Rangers sbarcavano direttamente nel porto di Anzio impadronendosene. 
Lo sbarco fu un completo successo, non ci fu alcuna opposizione poiché non erano presenti unità tedesche in zona se non piccoli presidi di genieri immediatamente sopraffatti nel porto dai Rangers.  Alla mezzanotte del giorno D-Day erano  sbarcati  circa 3.000 veicoli e 36.000 uomini! Nel porto di Napoli attendevano per la seconda ondata, la 45.a Divisione di fanteria e la 1.a divisione corazzata USA. La 3.a Divisione americana si attestò a sud est presidiando il canale Mussolini mentre la 1.a inglese occupava la zona verso nord ovest Anzio. Sia Clark che Alexander (sbarcato per primo ad Anzio) visitarono il giorno 22 la testa di sbarco e si dichiararono soddisfatti ma in realtà se ne andarono senza ripetere l’ordine di muovere verso Albano. Lucas che non intendeva affatto avanzare lungo la Nettunense Anzio – Albano, si ritenne legittimato a trincerarsi nella testa di sbarco poiché riteneva imminente un contrattacco tedesco, questo nonostante il servizio informazioni alleato avesse comunicato che le uniche due divisioni di riserva tedesche la 29.a e la 90.a presenti a Roma fossero state inviate due giorni prima a Cassino per fronteggiare la concomitante offensiva alleata del 22 – 23 gennaio. La strada per i colli albani era libera ma Lucas non ne approfittò.Cosa fanno i tedeschi? Al comando delle forze tedesche in Italia era dal novembre 1943, un capo militare di notevoli capacità strategiche ed intuito, il Feldmaresciallo Kesserling, egli disponeva di due armate la X.a sul fronte di Cassino e la XIV.a per tutto il Nord. Sebbene colto di sorpresa dallo sbarco, reagì con prontezza e recandosi poco dopo in prossimità della testa di sbarco ne trasse la giusta conclusione che gli Alleati non si sarebbero mossi subito, ordinò quindi l’immediato trasferimento (Piano Richard) di tutti i reparti disponibili richiamandoli dal fronte adriatico, dalla Francia e dai Balcani, e altre forze vicine come il 76.o Corpo corazzato e il 1.o paracadutisti. Già nella mattina del 23 un sottile velo di forze tedesche raccogliticce ma dotate di cannoni anticarro e contraerei erano dislocate tra Aprilia e la stazione di Campoleone un  punto chiave sulla Nettunense. Al gen. Von Mackensen comandate della XIV.a Armata fu assegnato il compito di sloggiare gli Alleati e già due giorni dopo la potente divisone Herman Goering fronteggiava gli americani, il 3.o Reggimento corazzato presidiava Campoleone e la 65.a Divisione  di fanteria si dislocava  nei pressi del Fosso Moletta. Nella notte del 23 gennaio formazioni di aerosiluranti Ju 88 muniti di bombe plananti radioguidate attaccavano le unità navali alleate nel porto di Anzio affondando il caccia inglese Janus e la nave ospedale St.David. era l’inizio del calvario della testa di sbarco di Anzio.

                                                               Feldmaresciallo A.Kesserling                     Gen. Von Mackensen


 
Primi scontri The factory  - Il primo contatto tra i due eserciti avvenne la mattina del 24 gennaio quando una pattuglia da ricognizione britannica partita dal Cavalcavia di Campo di Carne in direzione Albano superò il terrapieno – cavalcavia (che oggi corrisponde al sottopasso della Pontina) e nei pressi della stazione di Campoleone fu bersagliato dai tedeschi che sparavano da Aprilia, gli inglesi non conoscevano le costruzioni monumentali fasciste e quindi scambiarono il Municipio di Aprilia per una fabbrica di qui l’appellativo che identificò per sempre la cittadina come “The Factory”. Comunque gli inglesi risposero e poi ripiegarono, il primo scontro era avvenuto.                 
 Il Cavalcavia di Campo di Carne nel 1944                                                                      Il Cavalcavia di Campo di Carne  oggi

                                    


 Il 25 gennaio i fanti inglesi della 1.a Div tornarono all’attacco e dopo un giorno di combattimenti riuscirono ad impadronirsi della Factory tuttavia il lungo immobilismo di Lucas spinse Clark a tornare il 28 ad Anzio sollecitando l’offensiva poiché la 1. a Div. corazzata americana e parte della 45.a di fanteria erano già sbarcate e si disponeva della massa d’urto. Il piano d’attacco prevedeva la spinta inglese su Campoleone lungo la Nettunense mentre la 3.a di Truscott doveva puntare verso Cisterna e la SS7 infiltrando 700 Rangers del 1. e 3. reg.to del col. Darby atraverso il Fosso Pantano per cogliere i tedeschi alle spalle nelle paludi pontine, tuttavia un infausto ritardo di 24 ore posticipò l’attacco alla notte del  29 gennaio. Gli Alleati erano ignari che Mackensen aveva progettato un attacco contemporaneamente e che la Herman Goering era stata rafforzata dal 26.o reg,to corazzato appena giunto dall’Adriatico e pertanto quando nella notte iniziò la battaglia la situazione era sfavorevole per gli americani. In poco tempo i Rangers furono circondati, di 767 solo 6 tornarono, gli altri furono uccisi o catturati, La battaglia continuò aspramente, la 3.a div, aveva perso dallo sbarco 3.000 uomini e sebbene giunta a poco meno di 1 km da Cisterna dovette arrestarsi e ripiegare il 31 gennaio fortificandosi, il colpo sferrato sull’ala destra della testa di ponte era fallito. Sull’ala sinistra l’attacco fu portato dai reggimenti delle Guardie scozzesi e irlandesi appoggiate dai carri ma uscendo da Aprilia verso Campoleone ebbero un’amara soprpresa i tedeschi erano moltissimi, ben trincerati e appoggiati da carri armati e artiglieria, la loro resistenza fu durissima ed alla fine dopo numerose perdite gli inglesi dovettero tornare al punto di partenza sperando nel supporto dei carri armati Sherman della 1.a Div. tuttavia il terreno apparentemente piano nascondeva un’amara sorpresa, il terreno era molle e zuppo di pioggia mentre piccoli corsi d’acqua sul fondo degli avvallamenti avevano scavato dei veri e propri canyon profondi anche 10 metri. In pratica i carri non potevano avanzare e quindi l’ulteriore assalto fu portato dalle fanterie, l’unità che ebbe più perdite fu quella degli Sherwood Foresters ed alla fine l’attacco fallì. Nei Comandi Alleati regnava lo sconforto, cinquantamila soldati e migliaia di mezzi blindati e non, erano intrappolati in una sacca che penetrava nell’entroterra al massimo  per venticinque chilometri  e quindici chilometri lungo la costa, cominciarono quindi le inevitabili critiche verso Lucas che mise tutte le forze sulla difensiva in attesa del contrattacco tedesco che nel frattempo avevano schierato,  il 1.o Corpo paracadutisti sul lato sinistro sino alla foce del Fosso Moletta mentre al centro della strada Nettunense e via via sul lato destro verso Cisterna era dislocato il 76.o Corpo corazzato con 5 divisioni e altre unità raggruppate sotto il nome di Gruppo di combattimento Graser che iniziò appunto il contrattacco alle ore 23 del 3 febbraio, proprio quando iniziò a piovere. I tedeschi utilizzarono una tecnica molto efficace ed insidiosa chiamata “infiltrazione”, gruppi di soldati penetravano silenziosamente all’interno della linea di difesa alleata utilizzando i famosi canyon già citati che furono poi chiamati uadi o qualsiasi altro riparo naturale possibile, giunti poi alle spalle degli inglesi li attaccavano con armi leggere e bombe a mano. L’attacco si sviluppò feroce il 3 ed il 4 febbraio ed i tedeschi riuscirono quasi ad intrappolare la 3.a brigata inglese che si ritirò per miracolo ma la punta della testa di ponte era in pericolo inclusa Aprilia, in previsione della ritirata fu allestita l’ultima linea di difesa che andava dal cavalcavia di Campoleone al canale Mussolini (oggi Canale delle Acque Alte). Da Roma l’ufficiale americano dell’OSS (servizi segreti americani) Peter Tompkins trasmetteva clandestinamente preziose informazioni attinte dal Comando tedesco tramite un canale segreto attivato da ufficiali italiani del Fronte Militare Clandestino di resistenza, la data fissata dai tedeschi per sferrare il colpo di maglio e ricacciare a mare gli Alleati era il 7 febbraio.


La radio ad onde corte mod. AR 11 utilizzata dalla spia americana P.Tompkins giunta fortunosamente intatta ai giorni nostri, è di proprietà di un socio HihghWay Six, essa è stata esibita nella precedente manifestazione del gennaio 2012 a Nettuno, si tratta di un pezzo storico unico che possiamo con orgoglio affermare essere stato esposto al pubblico per la prima volta.      
 

Cartina che illustra la situazione della testa di sbarco al 1.o febbraio 1944

 


 
A questa fatidica data nell’angusta sacca dello sbarco c’erano 70.000 uomini e 18.000 veicoli, mentre la pioggia continuava implacabile a cadere, nella notte i tedeschi della 65.a divisione iniziarono l’infiltrazione nella zona del Buonriposo mentre il Gruppo Graser attaccava la fabbrica a est, la marea tedesca si scatenò contro i reparti inglesi stanchi e provati dai giorni precedenti, la battaglia selvaggia si scatenò tra gli uadi, il terrapieno, i campi fangosi e si frantumò in mille scontri ravvicinati come nella 1.a guerra mondiale, alla sera del 9 febbraio i tedeschi avevano preso Aprilia “The Factory”, era caduto un punto chiave delle difese alleate All’alba del 10 il gen. Penney consapevole della crisi che poteva coinvolgere tutto il corpo di sbarco riuscì dopo forti insistenze ad ottenere rinforzi da Lucas e ordinò un contrattacco che tuttavia data la scarsità di forze cessò senza esito il 12 febbraio.

          
   Aprilia The Factory prima della battaglia del febbraio 1944 

L’offensiva finale 16 febbraio – Dopo alcuni giorni di stasi era chiaro che i tedeschi si stavano preparando alla spallata finale, il piano di Mackensen – Kesserling prevedeva un attacco con la tecnica dell’infiltrazione su un fronte di circa 7 km centrato sulla strada Nettunense per conquistarla e di qui avanzare con i carri verso il mare, tuttavia Hitler volle dire l’ultima parola e impose che l’attacco avvenisse in modo massiccio e concentrato senza possibilità di ampliarlo in altre direzioni e proprio per rafforzare questo suo volere inviò dalla Germania una divisione di nazisti scelti la Lehr. Di fronte agli alleati c’erano 6 divisioni fanterie e corazzati tedesche di composizione mista tuttavia non al completo dei loro effettivi e circa 30 carri temutissimi pesanti Panzer VI Tigre. Gli Alleati schieravano la 45.a div. americana che aveva rimpiazzato la decimata 1.a div e la 56.a div. inglese comandata dal gen. Templer, verso Cisterna presidiava la 3.a di Truscott e la Special Service Force. Alle 6,30 del 16 iniziò l’attacco preceduto dal solito fuoco di copertura, i tedeschi si lanciarono come orde mongole seguite dai blindati. La risposta alleata fu pronta ed efficace, oltre all’artiglieria campale stazionata nei boschi di Padiglione tutta la flotta navale rispose con un terribile bombardamento che fece strage nelle file tedesche, la Divisione scelta Lehr fu decimata e messa in fuga rovinosa. Nella notte tuttavia la situazione volse in favore dei tedeschi, la 715.a div riuscì ad aprirsi un varco sul fianco destro del 157.o RCT a cavallo della Nettunense, nella mattinata seguente oltre 60 Panzer e numerosi aerei della Luftwaffe appoggiarono l’attacco di un’intera brigata che aprirono una sacca di quasi 4 km nello schieramento alleato della 45.a div. Considerata la gravità della situazione Clark decise di bombardare la zona con tutte le forze aeree disponibili nel Mediterraneo, decine e decine di B17, B24, B25 che due giorni prima avevano raso al suolo l’Abbazia di Montecassino vomitarono migliaia di tonnellate di bombe sulle linee tedesche, l’uso improprio dell’aviazione strategica da bombardamento per un uso tattico la dice lunga sullo stato di disperazione delle forze alleate, non era più tollerabile che Lucas detenesse il comando e come prima mossa Clark designò il giorno dopo 18 febbraio Truscott, vicecomandante del VI Corpo d’Armata, un siluramento morbido ma chiaro. In quella terribile mattina Truscott non aveva notizie né di Penney né di Templer e la pressione tedesca stava spingendo le esauste truppe anglo americane a ridosso della ultima linea di difesa il cavalcavia ed il terrapieno di Campo di Carne, in effetti, il gen. Penney era stato ferito e Templer aveva assunto il comando di tutte le forze disponibili. I tedeschi ormai certi delle vittoria gettarono nella mischia tutte le forze disponibili, interi reggimenti di fanteria 721,735,741, i granatieri della 309 e 29 oltre ad ingenti forze della riserva corazzata 26. a div. Mentre accadeva questo il gen. Truscott aveva il suo bel daffare a convincere Lucas di usare la 1.a div. corazzata di riserva, egli esitava ancora , soltanto l’appoggio di Clark sbloccò la situazione ed in poche ore fu approntato un piano di contrattacco. Il 19 febbraio praticamente chiunque potesse imbracciare un fucile, dai cucinieri, ai conducenti, dei reparti alleati in prima linea fu mobilitato e mentre i carri della 1.a div. si muovevano verso il nemico lungo la strada chiamata Giuoco delle Bocce verso il Cavalcavia (l’attuale SP 124), ogni cannone alleato sparava su quei pochi km. L’accanita difesa alleata alla fine ebbe la meglio, ad un certo punto gli attacchi tedeschi cessarono, segno che le perdite erano divenute intollerabili ed il morale del nemico era crollato. Dopo l’arresto dell’offensiva tedesca il 22 febbraio finalmente Clark destituì Lucas, che nonostante i suoi clamorosi errori se ne fece una ragione, Truscott divenne quindi comandate del VI Corpo. Truscott sapeva che l’offensiva tedesca non si sarebbe fermata e intuì che essi ora intendevano colpire verso il settore di Cisterna ed in poco tempo lo rafforzò e pertanto quando il 29 febbraio i tedeschi attaccarono su quel fronte egli era preparato. Sfortunatamente per i tedeschi il 2 marzo il cielo si schiarì e 241 B24 Liberator, 100 B17 Flying Fortress, 113 P38 Lightining, 63 P47 Thunderbolts scaricarono su di loro una quantità inaudita di bombe, che sgomentò persino gli stessi soldati alleati che lo videro da terra. Il 3 marzo in una riunione al bunker del Monte Soratte, Kesserling decise di sospendere le iniziative sul fronte di Anzio ed incaricò il gen. Westphal, suo capo di stato maggiore di recarsi da Hitler e spiegarne le ragioni. Il 6 marzo quest’ultimo con grande coraggio spiegò al Fuhrer che il gruppo d’armate XIV. o non poteva più organizzar nessun altro attacco importante alla testa di sbarco. Westphal fu fortunato come ebbe a dirgli il gen. Jodl capo dell’OKW (Comando Supremo della Wermacht) perché Hitler non lo fece impiccare.

 

                   

  Oltre ai bombardamenti aerei la testa di sbarco alleata era bersagliata dai proiettili calibro 283 mm. di due giganteschi cannoni ferroviari, denominati K5 arrivati da Milano via Roma, che vennero attestati nei pressi di Ciampino, in territorio di Marino, intorno al 5 febbraio 1944. La zona di fuoco fu individuata nella stazione di Ciampino stessa ove era disponibile lo spazio sufficiente per allestire la piattaforma girevole sulla quale il pezzo d'artiglieria poteva ruotare per il necessario puntamento, mentre per il ricovero venne scelta la galleria di Colle Oliva, sulla linea Ciampino - Frascati, in prossimità di Villa Senni nel territorio di Grotta ferrata. Il convoglio militare poteva trovare sicuro riparo dalle ricognizioni e dalle incursioni aeree anglo-americane in tale galleria, poco distante da Ciampino, dalla quale usciva per prendere la propria posizione di fuoco e lanciare sulle truppe alleate in tutta l'area del fronte, a circa 40 km di distanza, i propri micidiali proiettili. Il fuoco di artiglieria era molto temuto; si pensi che nel mese di maggio 1944 l'83% dei casi di offesa ai soldati della 3ª Divisione statunitense era dovuto a schegge di proiettili d'artiglieria. Le truppe alleate, sebbene terrorizzate dal sinistro sibilo dei proiettili, indicarono con "Anzio Annie" e con "Anzio Express" quei due cannoni che i tedeschi rispettivamente chiamavano "Leopold" e "Robert", ma presso alcuni reparti statunitensi impiegati nella battaglia queste artiglierie venivano soprannominate anche "Whistling Willie".La stasi e l’attacco finale – Dopo la battaglia di marzo il fronte si assestò ed i contendenti si trincerarono proseguì tuttavia la guerriglia delle pattuglie, delle imboscate specialmente nella zona degli uadi e nelle paludi pontine dove la Special Service Force divenne l’incubo dei tedeschi. Con l’arrivo della primavera si preannunciava l’offensiva finale sia sul fronte di Cassino dove Alexander stava ammassando forze che ad Anzio dove Truscott progettava l’attacco per spezzare l’assedio. Il piano Buffalo prevedeva, infatti, una decisa puntata offensiva verso Velletri Valmontone per bloccare la SS6 Casilina e tagliare la strada ai tedeschi, tuttavia Clark si riservò l’opzione di modificare il piano. Alexander aveva approvato il piano Buffalo di Truscott ma alla vigilia del’offensiva generale prevista anche sul fronte di Cassino il 21 aprile, Clark protestò vivamente con Alexander che le sue truppe dopo mesi di patimenti avevano il diritto di entrare per prime a Roma, egli sapeva perfettamente che di lì a poco sarebbe scatta l’operazione Overlord, l’invasione della Normandia e pertanto da uomo vanitoso quale era, voleva conquistare la prima pagina dei giornali e la gloria di aver liberato la prima città europea dal giogo tedesco. Sicché quando scattò l’offensiva della 3.a div. verso Cisterna e poi Cori il 23 maggio la storia era già stata scritta, mentre l’attacco aveva successo qualche giorno dopo ossia il 26 maggio Clark impose a Truscott di deviare la direzione di marcia e anziché puntare su Artena Valmontone fare una brusca svolta verso nord verso i Castelli e la SS7 Appia. Nella zona dei Castelli Kesserling aveva prevedeva l’ultima linea di difesa prima di Roma, la Linea Caesar. Ora la cosa fu molto strana poiché Clark non impartì l’ordine direttamente ma inviò il gen. Brann dello stato maggiore della V. a Armata che riferì l’ordine a Truscott, quest’ultimo si fece giustamente lo scrupolo di ricevere l’ordine direttamente da Clark e cercò di contattarlo ma risultò irreperibile.  Avvenne quindi che mentre la 3.a div era giunta a meno di 6 chilometri da Valmontone fu dato l’ordine di arresto   e solo una parte della divisione rimanesse a combattere contro l’agguerrita divisione corazzata Herman Goering che di fatto difese il transito sulla Casilina permettendo alle divisioni superstiti della X. a Armata provenienti da Cassino, dove era stato sfondata la Linea Gustav, di sfuggire alla morsa attraversando indenni Roma verso il Nord. Dopo aver superato le difese dei Castelli anche qui con le provvidenziali “soffiate” della spia Tompkins le truppe americane della V. armata entrarono a Roma il 4 giugno, appena in tempo per consentire a Clark di conquistare per un solo giorno la prima pagina di tutti i giornali del mondo libero, gloria effimera per il vanitoso generale americano durata solo 1 giorno, tuttavia questo giorno sarebbe costato agli italiani e agli altri popoli occupati quasi un altro anno di guerra e massacri.                   

 

 


          

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